martedì 5 agosto 2014

Cos'è il COACHING: come evolverti attraverso le domande

Carissimi amici e lettori di questo blog, benritrovati! :-)
Da oggi ospiterò un articolo, per meglio dire una serie di articoli (3 in tutto), del mio amico e allievo Cristian Milone.
Non è la prima volta che scrive sul blog, i suoi articoli su come funzionano i Riequilibri Energetici Familiari, infatti, sono noti  a chi ha fatto con me almeno un REF e sono davvero indispensabili per chi è alla sua prima volta per comprendere meglio il tipo di lavoro interiore che faccio.
Per me è un piacere ospitarlo :-) e stavolta Cristian ci spiegherà, in maniera approfondita, che cos'è il coaching cioè in che cosa consiste il suo lavoro. Io ti saluto e ti auguro buona lettura. Un abbraccio dal cuore.
Simone

Cos'è il COACHING: come evolverti attraverso le domande [articolo di Cristian Milone].

In questo articolo scoprirai:
  • i due pilastri del coaching
  • storia vera: come sono diventato un coach
  • una sessione di coaching in diretta

Tutto ebbe inizio con una domanda!
Correva l'anno 2009 ed il mio percorso di crescita interiore procedeva già da 10 anni, passando dal Reiki e meditazione, a corsi sul miglioramento del comportamento e delle capacità personali. Fino a quel momento seguire corsi, leggere libri, ascoltare audio e guardare video di formazione era per me un gioco. Non avevo uno scopo preciso se non la vaga idea di migliorare la mia comunicazione con gli altri ed a tratti affascinare.
Un giorno però accadde qualcosa! Era ancora inverno, mi trovavo nella mia città natale, Milano, sul tram 19 e stavo tornando a casa dopo l'ennesimo corso. Non ricordo il tema dell'evento ma ricordo che il cielo era sereno e pur facendo freddo splendeva un tiepido sole.
Mentre di sottofondo il tram strideva sulle rotaie io fissavo il cielo seguendo i miei pensieri. Fu allora che mi venne una domanda che fu l'inizio di una svolta importante nella mia vita.
Una delle prime cose che insegnano nei percorsi di coaching, dopo l'ascolto empatico, è la capacità di fare domande. Le domande sono uno strumento molto importante di cui è dotata la nostra mente, soprattutto se sono interne (cioè se te le poni mentalmente) e soprattutto se legate a valori ed ideali.
Ebbene la domanda che mi venne era come una voce profonda che si faceva spazio attraverso di me per uscire allo scoperto, un po' come la spinta istintiva della pianta che cerca la luce uscendo dal terreno. Ti è mai capitato di porti domande così importanti? Non avviene spesso, anzi direi che è abbastanza raro, ma quando succede, se segui il flusso e l'energia di quella domanda, la tua vita prende una nuova direzione! Possiamo chiamare questo moto interiore: la domanda chiave, perché apre la porta a nuove e più ricche opportunità di vita!
Come fai a riconoscere una domanda chiave da tutte le altre domande che affollano la mente? Ecco i punti per riconoscere una domanda chiave:
  • inizia con una parola magica che è: come.
  • È legata ai tuoi valori più importanti, ideali e passioni;
  • è una domanda di qualità, cioè la cui risposta porta una potenziale evoluzione e maggior benessere nella tua vita rispetto al livello attuale;
  • la risposta dipende in buona parte da te e ti porta ad una nuova assunzione di responsabilità;
  • già il solo fatto di formulare (o lasciar uscire) quella domanda ti illumina e ti da gioia;
  • hai voglia di condividerla (con le persone giuste);
  • gli altri noteranno il tuo cambiamento, soprattutto se parlerai della tua domanda chiave;
  • l'universo ti viene incontro per porgerti la risposta.
Hai già avuto il piacere di porti almeno una volta una domanda chiave nella vita?
Per quanto mi riguarda, tornando alla storia, ecco quale fu la mia domanda chiave. Alzai gli occhi al cielo e guardando fuori dal finestrino di quel tram 19 pensai:
Come posso passare da allievo a maestro?
Tradotto voleva dire: come posso rendere professionale tutto il mio sapere? Era una domanda silenziosa ma carica di significato, non c'era arroganza e non era dettata dall'ego, ma da un grande grande desiderio di riportare la bilancia in pari.
Infatti se per 10 anni hai continuato a prendere e prendere, imparando nuove tecniche, lavorando su di te, conoscendoti sempre di più e poi ripetendo il giro, è un po' come se caricassi uno dei due piatti della bilancia che porta scritto il nome "ricevo". Cosa te ne fai del sapere se lo tieni per te e non inizi a condividerlo?!
Attenzione quando parlo di "condividere" non intendo spifferare i concetti formativi che più ti hanno colpito (comportamento inconsapevole dei miei primi anni di formazione), per stupire chi ti ascolta, ma riconoscere come funziona per te quello che ti hanno detto e dopo aver testato, sperimentato ed interiorizzato, allora offrire la tua esperienza.
Quando offri Vero Valore? Quando ciò che comunichi è coerente con ciò che fai.
Segreto 1: prima di condividere nuovi concetti formativi fanne esperienza.
In questo senso intendevo ed intendo oggi la domanda: "come posso passare da allievo a maestro"? Cioè come posso portare in pari i due piatti della bilancia?
La prima risposta arrivò dopo due mesi col percorso esoterico di Simone Focacci e la seconda dopo altri quattro mesi col percorso di coaching on line del wecoclub.
Dal 2009 al 2012 ho quindi seguito questo doppio training che mi ha portato da un lato connessione con le mie parti più profonde, al di là delle apparenze e di ciò che credevo di me stesso, ed all'inizio erano molte più ombre che luci, e dall'altro le competenze e la struttura del coach, di chi quindi sa ascoltare e sospende il proprio giudizio per far arrivare l'altra persona alla soluzione attraverso, guarda un po', domande mirate!

ASCOLTO EMPATICO
Ecco quindi cosa fa un coach: ascolta e domanda!
Segreto 2: se desideri davvero aiutare qualcuno prima di tutto vorrai ascoltarlo empaticamente (cioè di cuore)
Bello eh?! Si lo so, forse ora ti chiederai: tutto qui?
Beh il 60% del lavoro di un bravo coach è questo ed anche io, prima di iniziare questo training credevo fosse facile ascoltare, sia perché di mio sono curioso e mi piace conoscere le storie degli altri, il loro vissuto ed esperienze, per questo istintivamente passo più tempo a sentire ciò che mi dici che a parlare di me, sia perché spesso mi hanno fatto complimenti per la capacità di ascolto.
Tuttavia pur avendo una naturale buona base di partenza ho comunque riconosciuto qualche falla nella mia capacità di ascoltare. A volte capita quasi a tutti, infatti, di annuire in modo distratto mentre l'altro ti parla oppure aspettare che prenda fiato per spiattellargli il tuo punto di vista, o addirittura interromperlo per esprimere il tuo consenso o dissenso.
Uno degli insegnamenti più forti che ho ricevuto come coach è stato quello di:
  1. riconoscere che la mia capacità di ascolto non era ancora al livello di un coach professionista,
  2. attendere che la persona terminasse davvero il suo discorso prima di parlare.
Segreto 3: se vuoi ascoltare veramente una persona non interromperla ma lasciala finire senza distrarti e solo a quel punto pensa a ciò che vuoi dirgli o alle domande che vuoi porgli.
Questo permette di creare empatia con chi hai davanti così che la conversazione abbia una forma di convivialità e rispetto e le parole non siano solo suono ma riconoscimento dell'esperienza e del valore di un'altra persona.
Ecco quando una persona si sente veramente accolta, quando può dirti tutto senza sentirsi giudicata ma anzi riconosciuta nella sua individualità.
Segreto 4: una persona si sente accolta quando può dirti tutto senza sentirsi giudicata
Quello che ho aggiunto a tutto questo col percorso di Simone è stato riconoscere l'energia delle parole! Cosa vuol dire? Significa che Non solo le parole hanno un loro suono ma la conversazione stessa ha una sua melodia come se fosse una canzone. Nel 99% dei casi accade che il "cantante", cioè chi sta parlando, che in gergo, nelle sessione di coaching, si chiama coachee, ad un certo punto prenda una nota falsa e stoni, che in linguaggio volgare si chiama stecca :D.
Quindi quando dici una ca.... mmm... qualcosa di non coerente col tuo sistema, di cui spesso magari neanche ti rende conto, è come se stessi stonando la tua stessa melodia. Compito di: terapeuti, alcuni tipi di coach, trainer o in generale formatori è quello di riconoscere la nota stonata.
Visto che stiamo parlando di riconoscimento energetico apro una piccola parentesi. Alcuni mi chiedono se quando mi parlano noto la loro aura. Mi è capitato in passato e se da un lato è affascinante notare i cambiamenti energetici rispetto a ciò che il coachee sta dicendo, dall'altro mi distraggono dal contenuto del discorso. Invece "ascoltare energeticamente" non solo non distrae ma ti focalizza maggiormente. Per questo ho preferito sviluppare il super udito rispetto alla super vista. :D
segreto 5: spesso all'interno di una conversazione vedere l'energia spesso distrae, mentre ascoltare l'energia focalizza.

ESEMPIO DI COACHING
Certo avessi imparato "solo" ad ascoltare sarei più vicino alla figura di uno psicologo che di un coach. Ma il coach non è uno psicologo. Lo psicologo ha studiato anni per indagare il passato ed andare in profondità sugli irrisolti della persona, mentre il ruolo del coach è diverso.
Il coach non si preoccupa più di tanto del passato, non risolve traumi, nè si prende carico di patologie che richiederebbero l'assistenza medica, anzi tutte le scuole di coaching che conosco invitano a rifiutare casi del genere e suggerire piuttosto cure di specialisti competenti.
Segreto 6: Coach e psicologi sono due figure diverse. Il coach lavora su ciò che vuoi raggiungere e sulle tue risorse per ottenerlo, lo psicologo su ciò che ti blocca nel presente legato al passato.
Il coach quindi pone domande affinchè il coachee:
  1. riconsca le proprie risorse, capacità, potenzialità ed in definitiva se stesso,
  2. si assuma la responsabilità personale, perché il cammino verso il benessere è necessariamente individuale
  3. recuperi e mantenga il proprio potere personale accettando il fatto che il coach ha il ruolo di affiancare questo cammino, non si sostituisce alle sue scelte
Magari con un esempio ti sarà tutto più chiaro.
Ieri Barbara (nome inventato) ha avuto un incontro individuale (coaching) con me nel quale dopo avermi raccontato un po' di sé mi ha esposto il suo problema.
Io (dopo circa 20 minuti nei quali mi ha raccontato di sé): Barbara ti sto per chiedere cosa posso fare per te e, prima che tu mi risponda, mi piace mettere in chiaro le regole del gioco, di modo che non ci siano fraintendimenti su cosa può fare un coach, fin dove può arrivare e cosa non può fare. Ok?
Barbara: Sì!
(spiego a Barbara i tre punti che ti ho appena esposto ed il fatto che il coach punta a lavorare sul presente e sul futuro partendo dallo stato attuale per raggiungere lo stato desiderato, e quindi non sul passato né si occupa di scavare nella psiche umana)
Io: quindi ora che ti ho spiegato un po' come funziona dimmi: cosa posso fare per te?
Barbara: vorrei capire meglio quale strada prendere nella mia vita. Oggi ho un lavoro che non mi soddisfa ma non ho alternative, so solo che non posso continuare con questa vita che mi sembra non essere più la mia.
Io: capisco cosa vuoi dire, hai riconosciuto di vivere una vita che non è la tua ma non sai ancora bene che strada prendere.
Barbara (sorridendo sentendosi capita): sì, è proprio così.
Io: per riconoscere la tua strada si possono fare diverse cose, tu hai già fatto qualcosa finora per risolvere questo tema?
Barbara: beh ho pensato a cos'altro avrei potuto fare di diverso da quello che già sto facendo ma quello che vedo in giro e che mi dicono le mie amiche mi scoraggia e mi sconforta.
Io: Ok. Allora ti va intanto di fare un piccolo gioco di immaginazione per definire meglio questo obiettivo?
Barbara: ok
Io: Visto che è una visualizzazione che riguarda te se vuoi puoi chiudere gli occhi per concentrarti meglio (dopo averle fatto fare qualche respiro)... Metti caso di aver individuato ora ciò che ti appassiona davvero. Immagina di aver trovato anche il modo di guadagnare attaverso questa tua passione... come ti fa sentire tutto questo?
Barbara: alla grande!
Io (fatta tornare al presente): dimmi è arrivata qualche immagine o suono o sensazione rispetto a questa visione del tuo futuro potenziale?
Barbara: sì quella di un cavallo. Mi sono vista cavalcare in una prateria, ma non so cosa centra, non sono mai stata a cavallo.
Io: che cosa rappresenta per te questa immagine?
Barbara: boh forse libertà!
Io: e questo cosa ti fa capire?
Barbara: non saprei...
Io: pensaci un attimo, ti ho chiesto di sentirti realizzata attraverso le tue passioni e tu hai avuto l'immagine di te a cavallo, che mi hai detto essere un simbolo di libertà. Questo cosa vuol dire per te?
Barbara: forse che realizzando le mie passioni mi sentirei libera?
Io: è così per te?
Barbara: forse sì.
Io: realizzando le tue passioni ti sentiresti libera?
Barbara: penso di sì.
Io: Ok. Quindi per un motivo che ancora non sappiamo, per ora ti sfugge cosa potresti fare di alternativo al tuo lavoro, però sai che forse una volta individuato e seguita questa strada tutto ciò può darti libertà.
Barbara: sì
Io: che cosa ti da libertà oggi nella vita? Quando ti senti libera?
Barbara: mmm... quando gioco e racconto favole ai miei nipotini o ai bambini delle mie amiche.
Io: ti piacciono i bambini?
Barbara: li adoro!
Io: In che senso racconti favole?
Barbara: a volte reinterpreto quelle che conosco, altre volte le invento di sana pianta.
Io: Hai mai scritto o registrato qualche tua favola?
Barbara: no, mi vengono così non ci penso.
Io: e se iniziassi a farlo come ti sentiresti?
Barbara: beh non saprei da dove partire.
Io: certo un'idea del genere va strutturata se vuoi renderla un piano efficace. Adesso ti sto solo chiedendo come ti sentiresti se riuscissi a far sorridere e divertire qualche altro bambino grazie alle tue storie.
Barbara (illuminandosi): beh accidenti mi piacerebbe!
A questo punto l'obiettivo è stato inquadrato. Sembra lunga ma dall'inizio della coaching sono passati circa trenta/quaranta minuti (compresi i 20 di chiacchierata iniziale). Il nodo iniziale di incertezza e titubanza si è sciolto, l'incapacità di decidere o di capire cosa realizzare nella vita si è trasformata in riconoscimento di una passione, che in questo esempio è far divertire i bambini.
Barbara non aveva mai pensato che questa sua passione/talento potesse essere la risposta, benché avesse tutto sotto gli occhi, eppure il discorso ha portato proprio a queste conclusioni.
Spesso succede proprio questo. Non occorre chissà quale lavoro di scavo per riconoscere cosa può dare un senso alle proprie giornate, ma bastano poche domande mirate e torno a dire una certa capacità di ascolto.
La coaching non è conclusa, occorre ancora definire il piano d'azione per rendere questo sogno realtà, e soprattutto attivare quelle risorse già dentro di lei per muovere i primi passi verso questa nuova direzione.
Non è detto che Barbara cambierà lavoro o diventerà una scrittrice di racconti famosa, magari inizierà aprendo un blog, per esempio, dove mettere a disposizione alcune delle sue favole e col passare del tempo questa passione può diventare sempre più strutturata. Magari tra 1 anno Barbara verrà notata da un asilo privato che la contatterà per recarsi presso la loro struttura e raccontare nuove favole 1 volta al mese, oppure inizierà a fare volontariato nello spazio bambini in qualche biblioteca, o magari tra sei mesi capirà che non è divertire i bambini il suo scopo, ma per esempio educarli a principi e valori sani. Oppure può riconoscere questo come un fuoco di paglia dato solo dal desiderio di avere un figlio.
Di fatto non è importante cosa accadrà, quello che più importa è aver attivato il processo ed avere un metodo per trasformare il sogno in realtà.
Segreto 7: quando ti poni un obiettivo tra: raggiungere il risultato o avere un metodo è più importante il secondo, perché le esigenze e quindi la meta può cambiare, ma se hai una strategia sai sempre come aggiustare il tiro!
Per ora mi fermo qui. Di informazioni te ne ho già date tante e tante ancora ti aspettano. Prima di salutarti ti lascio con una riflessione finale:
  • da 1 a 10 quanto ascolti in modo empatico e realmente interessato?
  • Se oggi volessi porti una domanda di qualità che ti porterà al tuo prossimo livello di vita, quale sarebbe?
L'ascolto empatico parte da te, quindi lascia che quest'ultima domanda ti lavori dentro e la risposta uscirà al momento giusto.
Ti aspetto quindi al prossimo articolo dove parleremo delle varianti del coaching oggi in Italia e ti dirò qual è la mia opinione a riguardo.
Cristian

P.S. Puoi anche scrivere le tue riflessioni nei commenti qui sotto e potrebbe essere anche l'occasione per avere un nuovo punto di vista se hai domande od osservazioni.


COMMENTI
5 agosto 2014

Ciao Cristian e grazie del tuo bell'articolo :-)
Volevo anche pubblicamente dire che, se è vero che hai avuto un gran maestro ;-), tu sei stato un bravissimo allievo!
Un abbraccio dal cuore, Simone.



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